Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA

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Zanazzo, Giggi 50 occorrenze

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disarciviscostantinopolizzato lui? 6. Corri correndo Bottoni cogliendo Corri correndo Cogliendo bbottoni. 7. Tre quaglie cotte in foglie Tre quaglie cotte in foglion

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: Due soldi e mezzo. Dall’ebraico Va-chezî: mezzo. Ghìmene: Tre. Dall’ebraico Ghimel: tre. Ghìmeme-vaghézzi: Tre e mezzo. Dal vernacolo ebraico: Va

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novembre, a tre a tre. Uno suonava il piffero o cennamella, l’altro la cornamusa, e il terzo cantava canzoni inintelligibili, per la novena di Natale, ai

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, piantatece 90 vaghe de grano; sopre a ’gni vaga mettetece uno stecchino de canna co’ li nummeri dall’uno ar novanta. Ggiocate li primi tre nnummeri indove ce

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sdraji o cce se metti a ddormì’ un ômo. Quanno se rifà’ e’ lletto in tre ppersone, er più ppiccolo de li tre mmôre.

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Pijate quattro cipólle e quattro bbicchieri de latte. Fateli bbullì’ tutt’assieme i’ mmodo che de li quattro bbicchieri de latte se ne cunsumino tre

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’Na vorta Napoleone Primo mannò a Roma tre ggenerali francesi. E ssentite, si vvolete ride, come (parlanno con poco rispetto) se chiamaveno: uno Cacò

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Si fa da due o anche tre fanciulli, avvolgendosi in sulle mani del filo e l’un dall’altro ripigliandolo in varie figure, come per esempio: la cùnnola

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che avete una de ’ste tre ccose, fateve u’ nnodo a’ llaccio der zinale e ddite tre ppaternnostri.

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je deveno levà’ ttutta la còccia, a una mezza còccia, e a la terza gnente. ’Ste tre ffave poi l’incarteno in tre ppezzetti de carta, e sse le deveno

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Apposta quann’uno se pettina o sse taja li capelli, a ttutti li capelli che je cascheno per tera, bbisogna che cce sputi sopre tre vvorte oppuramente

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bbullitura; e a ccapo a tre o quattro ggiorni de ’sta cura, guarirete.

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drento tre o quattro góccie. Si ll’ojo se spanne è ssegno de no; ma ssi ll’ojo nun se spanne, è ssegno, com’è vvero er sole, che la fattura ve l’hanno

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È un giuoco che va eseguito da tre fanciulli. I due più grandicelli formano con le loro mani, dandosele a croce, una specie di seggiola, molto comoda

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Deprofùnnise, Avemmarie, e co’ l’ariccommannasse a li tre Remmaggi Gaspero, Bardassare e Mmarchionne. E dde tutto quello che sse vedeva e sse sentiva

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S’infileno tre aghi: uno cor filo rosso, uno cor filo nero, e un antro cor filo bbianco. Poi da una persona qualunque ve li fate appuntà’ tutti e

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Il Castelletto è un mucchio formato di quattro noci, delle quali una si sovrappone a tre che ne formano la base. Talvolta il castelletto è formato di

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Fiori e in antri siti. Ogni scrivano pe’ llegge una lettra e ppe’ ffaje la risposta pijava tre bbajocchi; adesso invece pijeno cinque o ssei sordi

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libbro: Amore: La prova de le ttre ffave; La prova de li tre aghi, ecc. La notte de ll’urtimo ggiorno de ll’anno, a mmezzanotte e un minuto, ossia

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Se chiama accusì, perchè è una cchiesetta ciuca ciuca, che stà ccirca tre mmije lontana da Roma, su la via Appia antica. Li ’minenti e le ’minente de

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ffateli bbullì’ ar fôco, insinenta che dde quell’acqua ce n’arimànino tre o quattro déta. Mettétela la notte a la seréna, e bbevétevela la mmattina a

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, appricatevelo sopra la parte e gguarirete. Oppuramente comprate tre oncia de bbutiro, un puzzonétto nôvo o ddimo una piluccia de còccio, poi pijate una

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ccapo a le tre sere de ’sto rimedio o la tosse o e’ riffreddore je se passeranno.

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occhio o in faccia, e ddoppo tre o quattro ggiorni, te viè’ una frebbe e un gran dolor de testa, che si nun te fa mmorì’ tte fa stà mmale de certo. L’unico

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santa a appricasse due, tre o anche quattro ranocchie sopre la fronte, o anche sopre la testa. Ma attenta a mettessele a ppanza per aria, perchè si

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Tre o quattro ragazzi posano ciascuno le proprie mani alternativamente e ordinatamente l’una sull’altra sopra la gamba d’uno di loro, o sopra il

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Si una regazza o una donna qualunque, riceve una grazzia da la Madonna o dda Gesù Nnazzareno co’ la promessa d’invotijese per un anno, dua, tre

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): Fare parti eguali, dividersi il guadagno, ecc. Tanto a testa. Ghèrca: Ricavato della vendita di stoffe fuori uso. Ghìmene: Tre: dall’ebraico Ghìmel

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Francesco, bbôna via, Per andare a ccasa mia. A ccasa mia c’è un altare, Con tre mòniche a pregare. Ce n’è una ppiù vecchiétta, Santa Bàrbera, bbénédetta!"1

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panetti, senza godenne er privilèggio. Ogni forno ciaveva un nummero; presempio uno, dua, tre, quattro, e accusì vvia discurrenno, insinenta ar nummero

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piccirièllo. Pescai, pescai, Nù lo trovai mai. Trovai tre ppescétti; Li calzai e li vestii; Li portai a mmonsignore. Monsignore nun c’era; C’ereno tre

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sei, o tre, o dieci; il numero delle dita alzate) Nun penavi tanto: Mazza-bbubbù, Quante corna stanno quassù?". E lo stesso compagno, o un altro

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incomincianno a contà’ dar giocatore stabilito uno se seguita in giro da dritta a mmancina uno doppo l’antro, dua; tre, quattro, ecc. un nummero pe

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; ne fa tre, quattro, cinque parti, maggiori o minori, a piacimento; e senza farsi vedere dai giocatori, nasconde quelle piccole somme sotto a qualcuno

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. Tre: la mia bbella è ppiù bbella de te; Si nun cé credi vièlla a vvedè’, ecc. Quattro: la mia bella ggiôca col gatto, Col cagnolo nun vô ggiòcà’, ecc

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, attaccata per aria, sopra l’artare maggiore, ce metteveno una gran croce de metallo lustro, arta un tre ccanné e llarga una e mezza, illuminata da

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sopre tre vvorte; e cchi ddoppo avelli bbuttati ar loco còmmido, ce piscia sopra. Pe’ fa ricresce li capelli cascati pe’ mmalatia fa bbene a strufinasse

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grossolanamente. Li tre régni de la natura: Minestra di lenti. Li sordati in galitta: Minestra come sopra. Li ceci ar trotto: Poco cotti. La minestra co

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grida monosillabiche: Du’! Quatr’! Un’! Tre! Se’! Cinq’!… Animati da questo trastullo, che spesse volte finisce con litigi, tanto è facile e disputabile

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, je s’ariccommanna che nu’ j’opri casa, si pprima nun se sente chiamà’ a nnome da lui armanco tre vvorte, si nnó sse la sbrama. S’aricconteno tanti

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le case, tre, quattro, cinque ssedie, messe una de qua, una de llà, cche ffaceveno da bbottega a artrettanti bbarbieri, che a Roma ereno, pe’ scherzo

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portarlo a cavalluccio, ossia a cavacécio, tre, quattro, cinque o più giri intorno alla Campana. Oppure il perditore deve ricevere tanti colpi o pugni

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Si fa in parecchi ragazzi. Dei tre designati dalla sorte, uno fa il diavolo zoppo, e deve camminare con un sol piede; il secondo fa da portiere, e il

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Si può fare a Pallina in due, tre, quattro, cinque, ecc. Si fa prima una bucia in terra, e a una certa distanza un segno o limite, in cui devono

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scarpinà, Ché a sto posto bigna fermà er pie’. Bigna sapé, perbrio, bigna sapé Delle frittelle mie la qualità: Le venne un cèco subbito a comprà A capo a tre

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, battere il picchio che sta solco. Si fa anche ar picchio che ggira de ppiù, vvince. Due o tre giocatori girano il loro picchio contemporaneamente, e

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stampèlle io sono, tre moglie, quattro figli, cinque nipoti, sei anni d’abbondanza, sette de carestia. Donna, dammi un cavallo; ché il re di Portogallo

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n’ regazzino a cchièdeje tre óncia de muso pisto e si nun ce l’aveva pisto che sse lo fusse fatto pistà’ bbene. Quanno passava quarche povero villano

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ssegno che nun c’è ppiù speranza de guarizzione. Quanno piove, che ppassa un morto, seguita a ppiove per antri tre ggiorni sani. Mette e’ llume a li

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trovamo tre pparmi de mme... sur parcoscènico!". Quest’antra puro è vvera com’è vvero er sole. Prima che ss’inventasse er gasso, li teatri, come sapete

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